1929 – Il club riprende la denominazione di Associazione Calcio Perugia. Probabile che la compagine sfoggiasse nel 1901 una divisa composta da una maglia a bande verticali bianche e nere, abbinata a pantaloncini e calzettoni di colore nero o bianco (era questo l’accostamento cromatico maggiormente in voga tra i club italiani agli albori della disciplina), e che rimase tale anche dopo la fusione con la Libertas nel 1905 e la conseguente nascita dell’Associazione Calcio Perugia. Tuttavia, non è affatto infrequente vedere la squadra giocare partite con una casacca uniforme cromaticamente, cioè coi pantaloncini bianchi soppiantati da quelli rossi; in alcune stagioni, soprattutto a cavallo degli anni 1980 e 1990, questo abbinamento monocromatico è divenuto quello fisso della prima divisa ufficiale. Il campionato comunque inizia, ma la squadra è condannata sin dal principio al ritorno in C1. Ammesso nel campionato di Prima Divisione inaugurato dal Direttorio X Zona. Durante il decennio successivo, tuttavia, le sostituzioni furono fissate gradatamente e definitivamente a due indipendentemente dal ruolo.
Gli ottimi risultati sportivi raggiunti dal Perugia con quella casacca, i migliori della storia dei grifoni, hanno fatto sì che questa uniforme di fine anni 1970 rimanesse nell’immaginario collettivo dei tifosi perugini, tanto che nei decenni successivi è stata spesso riproposta come maglia-speciale in occasione di importanti sfide e celebrazioni. Malgrado il cambio di allenatore a tre giornate dalla fine con l’ingaggio di Giuseppe Pillon, all’Alessandria non rimase che la disputa dei play-off per il secondo anno consecutivo. Per quanto riguarda la voglia di riscatto, le assicuro che è l’unica cosa che abbiamo in comune, per il resto io non campo di sogni; forse perchè vivo e lavoro a napoli e faccio un lavoro anche molto difficile che mi vede quotidianamente combattere con la solitudine disperata dei ragazzi dei quartieri a rischio di napoli. Questo completo biancorosso, salvo le piccole modifiche e variazioni da una stagione all’altra, è la classica divisa da gioco con cui il club perugino scende in campo.
In stile barocco, presenta una facciata divisa in due ordini caratterizzata dalla presenza di nicchie e statue, fra cui quella di San Domenico di Guzman posizionata sull’architrave del portale d’ingresso. Il campionato 1937-1938 di Seconda Divisione fu disputato dalla Polisportiva Magliese che vinse il torneo e acquisì il diritto a partecipare al campionato di Prima Divisione che però non fu disputato per motivi bellici. Ammesso al nuovo Campionato Interregionale – Seconda Categoria. Di nuovo turbinarono maglie, scarpe e calzoncini, fino a che tutto fu riposto nelle sacche. Fra pochi mesi avremo gli europei di calcio, con l’Italia protagonista a Roma nelle sue prime tre partite. Centro di Promozione. Perde gli spareggi di qualificazione contro Fabriano e Tiferno, ma viene ammesso nella nuova IV Serie su delibera federale. Perugia, con gli stessi colori sociali ed alcuni giocatori del Perugia. La permanenza in terza serie durò solo un anno: già nella stagione successiva il Perugia, affidato a Fabio Caserta, vince la stagione regolare primeggiando nel girone B della Serie C, avendo chiuso il campionato a pari punti con il Padova ma trovandosi in vantaggio per la differenza reti negli scontri diretti, ottenendo così l’immediato ritorno tra i cadetti. Con la famiglia Gaucci ormai fuori dai giochi, grazie al Lodo Petrucci il club riuscì a iscriversi al successivo campionato di Serie C1 sotto una nuova amministrazione societaria, capeggiata da Vincenzo Silvestrini e denominata Perugia Calcio.
In seguito alla mancata iscrizione, viene costituita una nuova società denominata Perugia Calcio che riparte dalla Serie C1 aderendo al Lodo Petrucci. 1905 – Il 9 giugno, viene fondata l’Associazione Calcio Perugia a seguito della collaborazione tra l’Unione Sportiva Braccio Fortebraccio e la società ginnica Libertas. Non vi è certezza su quali siano stati i colori sociali della prima società calcistica di Perugia, la Braccio Fortebraccio. Quella del Perugia, per esempio, che venne indossata da gloriosi atleti a inizio secolo, poi da Serlupini, da Montenovo, da Azzali, da Castagner, da Novellino, da Bagni, da Vannini. La stagione 2020-2021 fu complicatissima, con la squadra per gran parte del torneo in zona retrocessione, ma un ottimo finale di campionato consentì ai gialloverdi di accedere allo spareggio contro il Tolosa. Dopo sei stagioni consecutive in Serie B, di cui quattro conclusesi in zona play-off, al termine del campionato 2019-2020 la compagine umbra retrocesse in Serie C dopo aver perso ai tiri di rigore il play-out.